Come aprire la Partita IVA e quanto costa

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Data:

19 Luglio 2023

Tempo di lettura:

5 min

Come aprire la Partita IVA e quanto costa

Tutto sulla Partita IVA: cos’è, a che serve, come aprirla e quanto costa

Quando si inizia una nuova attività è necessario dotarsi di una Partita IVA, un codice che viene assegnato dall’Agenzia delle Entrate e che identifica la nuova impresa come soggetto fiscale. La Partita IVA identifica univocamente tutti i professionisti, le imprese e gli enti operanti in Italia, ha validità su tutto il territorio nazionale e resta invariata per tutta la durata dell’attività.

Tutti i soggetti che svolgono un’attività professionale in maniera continuativa devono aprire la Partita IVA, inclusi Enti ed Associazioni senza scopo di lucro: la procedura è piuttosto semplice, e può essere svolta in autonomia oppure con l’aiuto di un consulente abilitato, cioè richiedendo i servizi professionali di CAF e commercialisti.

Cos’è e a cosa serve la Partita IVA

La Partita IVA è la sequenza numerica che individua in maniera univoca qualunque soggetto eserciti un’attività rilevante ai fini fiscali in Italia. Imprese, lavoratori autonomi e associazioni sono tenuti ad aprire una posizione IVA nel momento in cui le loro attività diventano rilevanti ai fini dell’imposizione fiscale indiretta, cioè l’imposta sul valore aggiunto (IVA) che viene riconosciuto alla produzione e allo scambio di servizi.

Sono tenuti ad aprire una Partita IVA all’Agenzia delle Entrate tutti i soggetti che svolgono un’attività professionale continuativa, ovvero votata alla produzione di reddito, a prescindere dal volume degli affari.

Senza Partita IVA non è possibile emettere una fattura per la fornitura di beni o servizi: se si ha intenzione di avviare qualunque attività, dotarsi di una posizione in tal senso è in assoluto il primo passo da fare.

Apertura della Partita IVA: da dove iniziare

Nel momento in cui si sceglie di aprire una Partita IVA, bisogna aver già preso alcune decisioni fondamentali che sarà necessario indicare quando si compilano i moduli dell’Agenzia delle Entrate per l’attribuzione del codice IVA. 

Specialmente nel caso delle Partite IVA individuali, ci sono alcune informazioni che è bene avere a portata di mano nel momento in cui si inizia la procedura per il rilascio della Partita IVA: è fondamentale, per esempio, individuare sin da subito il settore in cui ricade la propria attività, necessario per stabilire il Codice Ateco da associare all’impresa.

Il codice Ateco dell’attività

Prima di aprire la Partita IVA bisogna individuare il Codice Ateco, una combinazione alfanumerica che identifica l’attività professionale e ne definisce gli aspetti rilevanti ai fini fiscali, contributivi e statistici.

La scelta del Codice Ateco è particolarmente rilevante nel caso in cui si opti per il regime forfettario: per le Partite IVA individuali che scelgono questo regime fiscale, il Codice Ateco serve a definire non soltanto il tetto massimo di ricavo per accedere alla tassazione agevolata, ma anche la categoria di rischio e il coefficiente di redditività dell’attività professionale, da cui dipende direttamente l’imponibile su cui vengono calcolate le tasse.

Professionista o ditta individuale? La questione dell’attività prevalente

Parlando di Partite IVA individuali, c’è un’altra distinzione da fare prima di recarsi all’Agenzia delle Entrate per aprire la propria posizione. 

Se l’attività è prevalentemente intellettuale, come quella di un ingegnere o di un avvocato, infatti si deve aprire una Partita IVA come libero professionista, mentre nel caso di attività artigianali o commerciali si deve scegliere la forma della Ditta Individuale.

La principale differenza tra le due è nell’obbligo di iscrizione al Registro delle Imprese: mentre il libero professionista fa generalmente riferimento a un Albo professionale e a una cassa previdenziale privata, la ditta individuale è tenuta all’iscrizione alla Camera di Commercio e in alcuni casi alla presentazione della SCIA, la segnalazione certificata di inizio attività.

La cassa previdenziale di riferimento

In base al tipo di attività che si sta avviando, si può fare riferimento a una cassa previdenziale specifica, come per esempio la Cassa nazionale del Notariato (CNN) o la Cassa Ingegneri e Architetti (INARCASSA). 

Prima di aprire una Partita IVA, in ogni caso, è necessario conoscere la propria cassa previdenziale di riferimento: nel caso di negozi, botteghe e attività artigianali, per esempio, bisognerà essere iscritti alla gestione artigiani e commercianti INPS, mentre in tutti gli altri casi si può ricorrere alla gestione separata dell’INPS.

Il regime fiscale: ordinario o forfettario?

Quando si apre una Partita IVA individuale per lo svolgimento di un'attività professionale bisogna anche indicare se si intende aderire al regime fiscale ordinario oppure se si vuole scegliere il regime forfettario, che prevede una tassazione agevolata del 5% o del 15% per i primi 5 anni di attività.

Introdotto dalla legge 190/2014 (Legge di Stabilità 2015), il regime forfettario è oggi esteso ai redditi fino a 85.000 euro e dal 2022 prevede, al pari del regime ordinario, l’obbligo di emissione della fattura elettronica.

Quando e come aprire la Partita IVA

Apertura della Partita IVA e inizio attività devono quasi coincidere: i nuovi soggetti sono infatti tenuti a presentare la relativa comunicazione all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’avvio della nuova attività. 

I moduli sono messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate: l’apertura della Partita IVA si fa compilando il Modello AA9/12 (per le persone fisiche) oppure il Modello AA7/10 (per le società), che devono essere trasmessi:

  • tramite ComUnica, la Comunicazione Unica di Impresa, che permette in un unico procedimento di assolvere gli adempimenti con Agenzia delle Entrate, Registro delle Imprese, INPS e INAIL: questa è la modalità richiesta per le ditte individuali e per le società, ovvero per i soggetti tenuti all’iscrizione alla CCIAA;
  • tramite il software per la compilazione delle Dichiarazioni di Inizio Attività, Variazione Dati e Cessazione Attività Iva, per le imprese individuali e lavoratori autonomi (Mod. AA9/12), disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate, nel caso in cui il soggetto non sia tenuto all’iscrizione al REA e al Registro delle Imprese.

Si tratta di un’operazione che può essere fatta da soli oppure con l’aiuto di un commercialista, che può essere delegato e incaricato alla presentazione telematica.

Quanto costa aprire una Partita IVA?

Il costo della Partita IVA in senso stretto è zero: per la presentazione della documentazione e per l’attribuzione di un numero di Partita IVA, infatti, non è richiesto alcun pagamento. 

I costi della procedura dipendono semmai da altri fattori, come il compenso dovuto per i servizi di un Commercialista abilitato o di un CAF - che prescindono dal tipo di attività che si intende avviare.

Mentre l’apertura di una Partita IVA da libero professionista non prevede costi, tolti quelli per l’eventuale iscrizione a un Albo professionale (per esempio nel caso di architetti, ingegneri e avvocati), se si apre una ditta individuale bisogna considerare le spese fisse legate all’iscrizione CCIAA. Per attestare l'iscrizione è possibile richiedere l'apposito Certificato Camerale, disponibile anche Online.

Il costo per l’apertura di una Partita IVA di questo tipo si aggira intorno ai 250 euro, cui va aggiunta una spesa compresa tra 60 e 110 euro per i diritti camerali da corrispondere ogni anno alla Camera di Commercio di riferimento.

Quanto costa aprire la Partita IVA?

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