Forfettari: le spese anticipate in nome e per conto del cliente

Data:

26 Agosto 2022

Tempo di lettura:

4 min

Forfettari: le spese anticipate in nome e per conto del cliente

Sono le uniche spese deducibili per i forfettari: cosa sono le spese ex art. 15 e come indicarle in fattura

Il regime forfettario è una particolare opzione che permette a imprese e lavoratori autonomi di aderire a una tassazione agevolata, con un’aliquota fissa del 15% che sostituisce IRPEF, IRAP e addizionali regionali e comunali.

In questo regime fiscale, il reddito imponibile viene calcolato in maniera forfettaria secondo delle tabelle che variano in base al codice Ateco dell’attività: la percentuale di reddito che viene “scaricata” è definita a monte, e non è prevista alcuna detrazione delle spese.

Esiste però un caso specifico in cui è possibile ottenere il rimborso delle spese sostenute, ed è quello delle spese anticipate in nome e per conto del cliente: vediamo di che si tratta, a partire dal calcolo dell’imponibile e dalla deduzione delle spese nel regime forfettario.

Regime forfettario: come si calcola l’imponibile

La tassazione in regime forfettario prevede l’applicazione di un’aliquota sostitutiva del 15%, che scende al 5% nel caso delle start up innovative per i primi 5 anni di attività. Per accedere a questo regime agevolato è necessario rispettare determinati requisiti oggettivi, cioè legati all’entità economica dell’attività, nello specifico:

  • ricavi non superiori a 65.000 euro l’anno;
  • spese non superiori a 20.000 lordi annui per compensi erogati ai collaboratori.

Una volta assodato il limite reddituale e di spesa da non superare per restare nei ranghi del regime forfettario, vediamo come calcolare il reddito imponibile, e cioè la percentuale di reddito a cui andrà applicata la tassazione del 15% o del 5%.

Per stabilire l’imponibile nel regime forfettario, è necessario conoscere il coefficiente di redditività del codice Ateco con cui è registrata l’attività in questione, una percentuale che può andare dal 40 all’86% e che definisce il grado di produttività di un’impresa. 

Le attività di commercio al dettaglio per esempio, che si basano su acquisti e investimenti e quindi hanno dei costi generalmente alti, hanno un coefficiente di redditività del 40%, mentre le attività professionali e quelle immobiliari hanno coefficienti che vanno dal 78% all’86%. In ogni caso, è esclusivamente dal coefficiente che dipende l’imponibile, e cioè la parte di reddito a cui si applica l’aliquota di tassazione. 

Per fare un esempio concreto, un’impresa con un coefficiente del 40% che incassi 40.000 euro, operante nel settore della ristorazione o del commercio al dettaglio, pagherà le tasse su un imponibile di 16.000 euro. Dallo stesso reddito, a fronte di un’attività professionale con un coefficiente di redditività dell’86%, come quella di uno studio tecnico, risulterà un imponibile di 34.400 euro.

Il rimborso spese per le partite IVA forfettarie

Nell’abbattimento forfettario dell’imponibile sono già incluse tutte le spese e gli investimenti sostenuti dall’impresa: il regime forfettario è quindi una soluzione molto vantaggiosa in alcuni casi, ma può rivelarsi sconveniente nel caso di attività che prevedono importanti costi di gestione.

Quando si opera in regime forfettario, non si “scaricano” le spese, né quelle connesse all’attività né quelle per cui possono chiedere i rimborsi i lavoratori dipendenti e le partite IVA in regime ordinario. L’unica eccezione a questa regola riguarda le cosiddette spese anticipate in nome e per conto del cliente.

Le spese anticipate in nome e per conto del cliente

Nelle spese anticipate in nome e per conto del cliente rientrano tutte “le somme dovute a titolo di rimborso delle anticipazioni fatte in nome e per conto della controparte, purché regolarmente documentate”. 

È quanto definisce l’articolo 15 comma 1 numero 3 del DPR 633/72, che stabilisce che tali spese “non concorrono a formare la base imponibile” fiscale e previdenziale del contribuente - principio che si applica anche nel caso dei contribuenti in regime forfettario.

Marche da bollo, spostamenti e tutti i possibili acquisti fatti in nome e per conto del cliente per lo svolgimento della prestazione che siano fatturati direttamente al cliente rientrano nelle cosiddette spese ex art. 15 DPR 633/72.

Forfettari: come indicare le spese ex art. 15 in fattura

Non concorrendo al calcolo del reddito imponibile, le spese anticipate in nome e per conto del cliente vanno indicate separatamente nella fattura, in una voce a parte in cui va esplicitamente apposta la dicitura “spese anticipate ex. Art. 15 DPR 633/72”. 

Alla fattura che presenta delle spese anticipate in nome e per conto del cliente, è buona abitudine allegare anche le fatture che dimostrano le suddette spese: i rimborsi forfettari o non accompagnati da fattura, infatti, concorrono sempre al reddito, e quindi all’imponibile.

Su Legalinvoice Go, il software di fatturazione elettronica appositamente pensato per i forfettari, per indicare le spese anticipate in fattura è sufficiente selezionare la label Spesa - di fianco a Prodotto/Servizio, quella abitualmente utilizzata per inserire un articolo in fattura - e inserire il dettaglio dei costi.

Il software separa automaticamente le spese anticipate dal resto della fattura, e assicura che vengano trattate come tali, e quindi che non verranno assoggettate ad iva né finiranno per errore nel computo degli imponibili per rivalsa e ritenuta d’acconto.

 

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